mercoledì 8 febbraio 2012

Esercizi per l'Energia Vitale

La Polisportiva Savignese “Settore Benessere” propone un nuovo corso:

Esercizi per
l'Energia Vitale



Cosa sono?

  • Tanti esercizi da eseguire in morbidezza e naturalezza per assaporare la gioia del movimento senza entrare in competizione con se stessi o con gli altri.
  • Tante tecniche diverse per non annoiarsi: esercizi tradizionali cinesi e giapponesi, tecniche di meditazione attiva e di espressione delle emozioni, danza naturale, tecniche respiro-movimento-suono.

A cosa servono?

  • A recuperare la propria energia fisica, migliorare il proprio rapporto con il corpo, mantenere la propria gioventù e salute.
  • A ritrovare il rilassamento, la lucidità mentale, la serenità quotidiana.
  • A lasciare andare la depressione e ritrovare la motivazione ad impegnarsi.
  • A condividere con gli altri in un'atmosfera di armonia e di fiducia reciproca.

Vieni a provare gratuitamente!

Mercoledì 8 Febbraio alle ore 20

Giovedì 16 Febbraio alle ore 20

presso la Sala Polivalente (piano interrato)

di via Marconi 22, Savigno

per informazioni

telefona a Paigàm 392 55 04 074

email: paigam@vivailsole.it


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domenica 22 gennaio 2012

Spanish analogy number 1. Analogia spagnola numero 1.

(da Gustavo Piga http://www.gustavopiga.it/2012/spanish-analogy-number-1-analogia-spagnola-numero-1/)

Madrid, Day 1. Visit at the Prado. Madrid, giorno 1, visita al Prado.

From the Prado website: “El retrato muestra la capacidad de Velázquez de captar el cansancio y la melancolía de Felipe IV durante los últimos años del reinado.”

Fatigue. Melancholy. Why? Fatica. Malinconia. Perché?

The Empire is crumbling, he knows it.

L’Impero va a volgere al termine, senza dubbio lo sa.




What if Europe’s leaders today know as much? E se i nostri leader già sapessero altrettanto dell’Europa?



How would they look? Che sguardo avrebbero?


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mercoledì 16 novembre 2011

IL GOVERNO MONTI


(da Sky TG24 del 16/11/2011)


Ecco il governo Monti. Non so cosa succederà, ma Monti sembra una persona seria e competente, che si occupa "anche" degli interessi del Paese e non solo dei propri. Facciamogli (e facciamoci) tutti i migliori auguri! Ne ha (e ne abbiamo) bisogno!
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venerdì 4 novembre 2011

La Crescita Antieconomica (da Transition Italia)

(da Transition Italia del 4/11/2011 di Massimiliano)

Parlare di crescita antieconomica sembra un nonsense, invece è proprio ciò che stiamo vivendo in questo momento.
La fine della crescita economica è alle porte o, molto più verosimilmente, è già arrivata, ma già ora, e da diverso tempo, siamo entrati nel regno della crescita antieconomica, la crescita, cioè, che se venisse ricalcolata coi propri costi reali nessuno vorrebbe veramente.
In questo articolo di Herman Daly maggiori dettagli.
(Grazie a Luca per la revisione della traduzione)

 

I limiti dello sviluppo – Ancora quarant’anni? (di Herman Daly)
Da The Next Forty Years (I prossimi quaranta anni) di Jorgen Randers

Quarant’anni fa, quando ho letto I Limiti dello Sviluppo credevo già che una crescita nell’uso delle risorse totali (cioè il valore della popolazione moltiplicato per l’utilizzo di risorse pro-capite) si sarebbe fermata entro i successivi quarant’anni. Il modello d’analisi del team Meadows è stata una conferma forte di quella convinzione di buonsenso sulla base di principi primi che risalgono almeno a Malthus e a precedenti economisti classici.
Bene, ora sono passati quarant’anni e la crescita economica è ancora l’obbiettivo numero uno della politica di praticamente ogni nazione, questo è innegabile.

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INPS 2011, l’anno della beffa previdenziale

Per la prima volta i contributi dei lavoratori verranno rivalutati ad un tasso inferiore a quello dell’inflazione  

ROMA - Pochi ricordano che una delle geniali astuzie per defraudare i lavoratori di ampie parti della propria pensione è nascosta nel singolarissimo sistema con cui vengono rivalutati i contributi versati anno dopo anno dai lavoratori.

Con il meccanismo inventato dalla Riforma Dini i contributi di ogni lavoratore vengono versati all’ente previdenziale di appartenenza e ogni anno si sommano progressivamente. Il totale dei contributi versati vengono annualmente “rivalutati” e costituiranno, alla fine della carriera di ogni lavoratore, il cosiddetto Montante Contributivo Individuale, sulla base del quale verrà poi liquidata la pensione.

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giovedì 3 novembre 2011

Default Italia, cosa rischiano imprese e famiglie

( da Giornalettismo)
Le possibili conseguenze di un (per ora improbabile) fallimento

Cosa succede a fare la fine dell’Argentina? O quella probabile della Grecia? Oggi il Corriere della Sera racconta le possibili conseguenze di un default dell’Italia, spiegando cosa succederebbe nel caso peggiore. Ieri lo spread, scrive Francesca Basso, ha chiuso a quota 436 e il rendimento dei titoli decennali si è attestato al 6,19% sul mercato secondario, più o meno come due giorni fa, restando pericolosamente vicino a quella soglia del 7% che gli operatori indicano come il punto di non ritorno per un Paese verso il fallimento. Ma la Banca d’Italia è stata chiara, lo Stato italiano reggerebbe anche se il tasso fosse all’8%. Ma se succedesse il crack, il primo effetto sarebbe una forte recessione. Salvare la moneta unica conviene a tutti, alla Germania come alla Grecia, perché i costi della rottura dell’euro sarebbero altissimi. Va in questa direzione l’intervento dell’Unione europea per creare un piano di salvataggio che aiuti la Grecia, rafforzi le banche dell’Eurozona e garantisca in parte—attraverso il Fondo salva Stati Efsf —gli investitori sul primo 20% di eventuali perdite su bond di futura emissione. Ecco le conseguenze per imprese e famiglie:


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mercoledì 2 novembre 2011

Bossi: no comment

Video di Repubblica: intervista a Bossi.

Bossi dice "no comment" alla domanda finale se il B. se ne dovrebbe andare o meno.

Io invece il "no comment" lo dico fin dall'inizio!

Non è possibile che ci siano persone con questa energia alla guida dell'Italia.

Con quale determinazione, con quale lucidità B.&B. possono prendere delle decisioni di importanza cruciale sul destino presente e futuro di 60 milioni di italiani?

Queste decisioni, queste scelte sarebbero già al limite della sopportazione per persone ancora in forze, di normale intelligenza e capacità reattiva, di normale forma fisica e prontezza di spirito.

Tutti i politici come questi andrebbero pensionati poi, del resto, ne possiamo parlare...
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La crisi degenera. Che sta succedendo?

(dal blog di Aldo Giannuli)

I mercati sono in picchiata, lo spettro di un gigantesco effetto domino si para improvvisamente davanti: default della Grecia- crisi bancaria franco-tedesca- default italiano-  fine dell’euro- fine della Ue, grande crisi mondiale.
E tutto questo è stato innescato solo dall’annuncio di Papandreu di un referendum  sul piano di aiuti ottenuto e sulle conseguenti misure da adottare.
Per capire dove stiamo andando a sbattere, partiamo da una domanda: perchè Papandreu ha fatto questa mossa?
Si potrebbe pensare che ci sia dietro una strategia del tipo: “se salta tutto, noi greci andiamo a terra, ma ci portiamo appresso tutti voi, signori dell’Eurozona, per cui vi conviene concederci gli aiuti a condizioni più ragionevoli, per evitare la catastrofe”. Ma questo non convince: è un argomento che Papandreu avrebbe potuto far valere già da due anni  e non lo ha mai fatto, che senso avrebbe farlo ora, dopo aver appena concluso con successo il negoziato per il finanziamento Ue-Bce per una rata di bond?

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Paradossi (παραδοξα) greci, ma non solo.

(da it.paperblog.com di Agnese Vardanega)
La zattera della Medusa (Le Radeau de la Méduse) è un dipinto
di Théodore Géricault, databile al 1819 e conservato nel
Museo del Louvre. Completato quando l'artista aveva soltanto
ventisette anni, il dipinto rappresenta gli avvenimenti successivi
al naufragio della fregata francese Méduse, avvenuto il
5 luglio 1816 sulle coste dell'attuale Mauritania, a causa di
negligenze e decisioni affrettate da parte di comandanti e
governanti. Delle 147 persone imbarcate, soltanto 13
fecero ritorno a casa. L'evento generò uno scandalo
internazionale, in parte attribuito all'incompetenza del
capitano dell'imbarcazione.
Papandreou ha lanciato una bomba sul prossimo G20. Mi pare che sia l’unica cosa che si possa affermare con certezza. Per quali ragioni, lo ha detto chiaramente rivolgendosi al governo: il referendum darà un mandato chiaro, ma anche un messaggio chiaro dentro e fuori dalla Grecia sul nostro percorso europeo e sulla nostra appartenenza all’euro (Il Sole 24 ore). A questo punto, non basta una maggioranza di governo per prendere decisioni. Bisogna avere un consenso più largo. Ma non basta neanche questo. Bisogna vedere se i Greci ritengono che ne valga la pena.
Dilemma interessante....

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Ma che cosa succede se un Paese va in default? - Corriere della Sera

Ma che cosa succede se un Paese va in default? - Corriere della Sera

Dalla Grecia all'Italia, ecco i rischi per gli Stati

Se un privato non paga le rate del mutuo la banca
gli fa pignorare l'immobile. Se i politici fanno andare
l'Italia in default non pagano niente, anzi saranno gli
unici dipendenti statati a continuare a percepire lo
stipendio! Niente di nuovo sotto il sole...
Chiunque può fare default, cioè fallire. Può essere insolvente un individuo, ma anche una famiglia, oppure un'azienda, un ospedale, una banca, un Comune e pure uno Stato. I conti sono in rosso (le spese superano le entrate) e non si riesce più a pagare i creditori. Ovviamente cambia la scala degli effetti. Se a essere sopraffatto dai debiti è un singolo cittadino, lascerà da saldare l'affitto, le rate dell'auto, il finanziamento della banca... (ma le banche, i creditori, tramite il tribunale gli pignorano tutto e non può più mettersi in affari in proprio, diversamente da una banca o da uno stato che fallisce! ndr) Se fallisce un'azienda, il peso ricadrà su dipendenti e fornitori. Se un Comune, interviene lo Stato centrale e i servizi ai cittadini proseguono (magari ridimensionati). Ma se è uno Stato a fare default, significa che non è più in grado di fronteggiare gli impegni economici assunti: dal rimborso alla scadenza prevista del denaro preso in prestito per finanziarsi attraverso l'emissione di titoli di Stato, agli stipendi da pagare ai dipendenti pubblici.

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