Le possibili conseguenze di un (per ora improbabile) fallimento
Cosa succede a fare la fine dell’Argentina? O quella probabile della Grecia? Oggi il Corriere della Sera racconta le possibili conseguenze di un default dell’Italia, spiegando cosa succederebbe nel caso peggiore. Ieri lo spread, scrive Francesca Basso, ha chiuso a quota 436 e il rendimento dei titoli decennali si è attestato al 6,19% sul mercato secondario, più o meno come due giorni fa, restando pericolosamente vicino a quella soglia del 7% che gli operatori indicano come il punto di non ritorno per un Paese verso il fallimento. Ma la Banca d’Italia è stata chiara, lo Stato italiano reggerebbe anche se il tasso fosse all’8%. Ma se succedesse il crack, il primo effetto sarebbe una forte recessione. Salvare la moneta unica conviene a tutti, alla Germania come alla Grecia, perché i costi della rottura dell’euro sarebbero altissimi. Va in questa direzione l’intervento dell’Unione europea per creare un piano di salvataggio che aiuti la Grecia, rafforzi le banche dell’Eurozona e garantisca in parte—attraverso il Fondo salva Stati Efsf —gli investitori sul primo 20% di eventuali perdite su bond di futura emissione. Ecco le conseguenze per imprese e famiglie:
