domenica 24 aprile 2011

Celebrando la morte di Sai Baba

Sai Baba è morto questa mattina, domenica 24 aprile 2011.

Qui sotto invece riporto una porzione di una testimonianza di Paolo D’Arpini (www.circolovegetarianocalcata.it) copiato da www.centronirvana.it
Tuttavia Osho non era propriamente una amico di Sai Baba, il quale ricambiava il sentimento! Se riuscite a comprendere l'inglese, leggete più sotto...

Satya Sai Baba e Osho Rajneesh....
Che hanno questi due in comune?
Divertente comparazione fra due saggi indiani mai incontrati...
ma conosciuti!‏


.... A volte li definisco “due saggi opposti” e perché? Osho Rajneesh rappresenta la trasgressione in senso intellettuale e sociologico mentre Satya Sai Baba incarna il modello devozionale indiano classico.

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sabato 23 aprile 2011

Non c'è più il futuro di una volta

Significativa questa analisi sul Sole 24 Ore, di Guido Gentili. Tuttavia lascia l'amaro in bocca...
Se non possiamo considerarci baldanzosi emergenti, siamo costretti a vivere da depressi paurosi? O dobbiamo vivere sperando in un ritorno del sentimento europeista?
Il tempo passa... vivere da depressi, o pieni di paure, o sperando in un futuro migliore, non aiuta a Vivere!
Il nostro tempo è Ora!



(da www.ilsole24ore.com)

Non c'è più il futuro di una volta

di Guido Gentili
Sarà perché stiamo festeggiando, tra calorose notti tricolori e qualche passo falso, i centocinquant'anni dell'Unità d'Italia. Sarà perché il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo ripete ogni volta che può. Sarà perché abbiamo lanciato la sfida olimpica di "Roma 2020" ed abbiamo appena ricordato i formidabili Giochi di Roma del 1960, in pieno boom economico e quando ancora non c'era il Muro di Berlino.
Sarà un po' per tutto questo, ma è un dato acquisito che s'infittisce la schiera - nelle istituzioni, nella politica, nell'economia, tra gli storici - dei ricercatori dello "spirito" vincente degli anni Sessanta e Cinquanta. Una stagione d'oro per lo sviluppo di un'Italia affamata di futuro e alla riscossa dopo i disastri della guerra, tra apertura delle frontiere e firma (a Roma) dei Trattati che hanno dato vita alla Comunità Economica Europea. Gli anni del "miracolo" e del film Il sorpasso, quando l'Autostrada del Sole da Milano a Napoli, 761 km., venne realizzata in appena otto anni, dal '56 al '64.

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giovedì 14 aprile 2011

La meditazione batte i farmaci

La meditazione batte i farmaci
Altro che analgesici: quando il dolore è troppo forte basta un'ora di meditazione. La capacità di concentrare la propria mente e liberarla dai pensieri negativi, infatti, avrebbe il potere di ridurre l'intensità del dolore fino al 40%. Non solo, abbasserebbe del 57% anche quella sensazione spiacevole che segue la sofferenza. Queste "certezze" sono il punto d'arrivo di uno studio, pubblicato sul Journal of Neuroscience, secondo il quale lo zen batte i farmaci perché è in grado di influenzare l'attività delle aree cerebrali che controllano lo stimolo doloroso, regolandone il grado di intensità. In altre parole, dicono i ricercatori del Wake Forest Baptist Medical Center di Winston-Salem (Usa), la meditazione ha il potere di "assopire" la corteccia somatosensoriale e di "svegliare" il cingolo anteriore, l'insula anteriore e la corteccia fronto-orbitale. Questa azione "combinata" sulle aree che governano la percezione del dolore ha un potere analgesico.

"L'effetto che abbiamo riscontrato è sorprendente - spiega Fadel Zeidan, autore dello studio - basti pensare che la morfina o altri antidolorifici riducono in media il dolore del 25%". Per testare gli effetti postivi della meditazione sul dolore, il team ha coinvolto 15 volontari. Tutti erano novizi dello zen. Per questo il campione è stato invitato a partecipare a un corso intensivo di una paricolare forma di meditazione, chiamata 'mindfullness'. Ogni lezione di "attenzione focalizzata" durava 20 minuti, durante gli incontri ai partecipanti si chiedeva di concentrare la mente sul respiro, di mandare via pensieri intrusivi ed emozioni negative. 

Contemporaneamente gli studiosi, con un'apposita apparecchiatura sistemata sotto la gamba destra dei soggetti, generavano per cinque minuti un calore dolorifico, raggiungendo una temperatura di 49 gradi centigradi. Prima e dopo le lezioni, i ricercatori fotografavano ciò che accadeva nel cervello dei partecipanti grazie a una speciale risonanza magnetica, chiamata Arterial spin labelling. Questa particolare tecnica è in grado di rilevare, attraverso la mappatura del flusso sanguigno, l'intensita del dolore. Così registravano le reazioni dei partecipanti al dolore sia durante l'esercitazione sia mentre erano a riposo. E' emerso che la meditazione spegne il dolore riducendolo del 40%, con delle punte del 93% in alcuni volontari. 

A livello cerebrale le scansioni hanno messo in evidenza una riduzione significativa dell'attività della corteccia somato-sensoriale, un'area fortemente coinvolta nella genesi della sensazione di dolore. Contemporaneamente si iperattivavano anche altre zone: il cingolo anteriore, l'insula anteriore e la corteccia fronto-orbitale. "Queste regioni cerebrali - dicono i ricercatori - plasmano il modo in cui il cervello costruisce l'esperienza del dolore a partire dai segnali nervosi provenienti dal corpo". Una delle ragioni per cui la meditazione può essere stata così efficace nel bloccare il dolore è che non agisce su una singola regione del cervello, ma a più livelli. 

 "Questo studio - dice Fadel Zeidan - mostra che la meditazione produce effetti realmente positivi sul cervello. E che quindi potrebbe garantire il controllo del dolore senza l'utilizzo di farmaci"
 

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mercoledì 13 aprile 2011

In ricordo di Gregorio Kapsomenos



In ricordo di Gregorio Kapsomenos



Se n’è andato per sempre Gregorio (Creta, 10 novembre 1946 – Bologna, 9 aprile 2011), il “saggio” amico della Libreria delle Moline di Bologna. Lo ricorda un gruppo di frequentatori della libreria.
12 aprile 2011 - 15:12

La cultura non si accumula, la si condivide, il sapere non si rinchiude nei reticolati accademici, ma lo si distribuisce.
La scoperta di un perla, di un frammento prezioso non si trasforma in prelibatezza utilizzabile come merce di scambio in vista di un piccolo potere
personale.
Leggere, imparare, comunicare, senza spirito di dominio: quanti lo capiscono, quanti lo hanno capito, quanti erano consapevoli che in quei piccoli doni quotidiani si celava un altissimo senso della socializzazione di testi e pensieri, che non si riducevano mai a chiacchiera vuota?
L’ indipendenza di pensiero e la curiosità insaziabile, l’ allenamento quotidiano alla critica del mondo in cui ci troviamo a vivere, la messa in pratica di quella che Foucault chiamerebbe l’immensa e proliferante criticabilità delle cose, delle istituzioni, delle pratiche, dei discorsi, attraverso i libri, strumenti privilegiati di questo occhio critico, la loro incessante ricerca, i segreti collegamenti che li legano, l’estrazione di un insospettato senso nascosto che illumina e fa esplodere l’apparente inerzia di
un anonimo volume, ridando dignità e valore a opere colpevolmente trascurate da chi insegue a tutti i costi solo l’ ultima novità o si adegua all’ultima moda.
Anche la consapevolezza, però, che i libri lottano fra loro, conducono guerre
silenziose, come ricordava con pungente ironia l’ amato Swift nella Battaglia
combattuta venerdì scorso tra i libri antichi e quelli moderni nella biblioteca
di St. James.
Inseparabile dalla sua figura l’ironia provocatoria che rintracciava nell’amatissimo Vonnegut, di cui amava citare “Il cervello era troppo grosso per svolgere un buon servizio” come un invito a non prendersi poi troppo sul serio.
Un grande abbraccio a Marta, sua compagna di vita e di avventura.
Alberto Burgio
Andrea Cavalletti
Barbara Chitussi
Giorgio Forni
Rudy Leonelli
Vincenza Perilli
Mauro Raspanti
Roberto Sassi
I funerali si svolgeranno mercoledì 13 aprile dalle ore 9,30 alle 11,30 nella Sala Pantheon della Certosa di Bologna.
Qui un articolo da Repubblica Bologna

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