
lunedì 31 maggio 2010
sabato 29 maggio 2010
I giovani sono davvero sfortunati?
Repubblica lo scorso anno pubblicò l'articolo che segue con il significativo titolo "La sfortuna dei NEET".
Da rilevare:
LONDRA - Si chiamano "Neet", acronimo di "Not in Education, Employment or Training", e sono i giovani britannici frai 16ei 24 anni che si trovano nella poco piacevole condizione di non essere a scuola, non avere un lavoro e non stare nemmeno facendo una qualche forma di apprendistato. Questa sfortunata gioventù è cresciuta durante la recessione a un livello allarmante: i "neets" sono diventati un milione di persone, il numero più alto da quando nel 2005 la Local Government Association (Lga, l' associazione dei poteri locali britannici) ha cominciato a contarli. All' inizio del 2009 erano 935 mila, un notevole incremento rispetto agli 810 mila del gennaio 2008, e la previsione è che entro la fine dell' estate saranno appunto all' incirca 1 milione. L' associazione dà la colpa, oltre che alla recessione, ad agenzie governative inefficienti e al cattivo coordinamento. - Enrico Franceschini

Da rilevare:
- che si imputa la responsabilità della loro situazione a una "causa esterna", la crisi;
- che al fine di tener sotto controllo una situazione problematica ed emozionalmente coinvolgente si mette in atto un meccanismo estremamente comune: la categorizzazione (in inglese NEET, in italiano BAMBOCCIONI)
Dopo l'articolo de "La Repubblica" cercherò di spiegarmi meglio.
LA SFORTUNA DEI NEET
Repubblica — 03 luglio 2009 pagina 37 sezione: ECONOMIA


I giovani sono davvero sfortunati?
mercoledì 5 maggio 2010
D'Alema vs. Sallusti a Ballarò
Come in un post precedente (Travaglio vs. Capezzone) anche esaminando questo scontro si può effettuare un'analisi energetica.
Ma in questo momento non mi sento di produrre una riflessione molto approfondita: solo qualche elemento di riflessione.
Innanzitutto qui è in gioco una "lotta" tra due sfidanti di diversa età cronologica e, quindi di diversa estrazione culturale. Sembra proprio che Sallusti (che non brilla certamente in quanto prestanza energetica) abbia scelto il suo "partner" proprio per aver gioco facile.
D'Alema proprio come un vecchietto a passeggio, rimane sorpreso da questo giovane mascalzone provocatore e, quando lui è oramai lontano a cavallo del suo skateboard, si sveglia improvvisamente e agitando il bastone gli grida dietro frasi che provengono da un vocabolario del passato: "ribaldo, mascalzone! vieni qua che ti do la lezione che ti meriti!". Non riesce nemmeno a terminare la sua difesa, perchè "si sveglia" tardi dal suo torpore, e la trasmissione volge al termine.
Anche in questo caso, come nell'articolo precedente, non prendo in esame la correttezza delle accuse, non mi importa nulla di questo. Riaffermo quanto già precedentemente esposto: bisogna essere formati in fatto di "comunicazione", bisogna avere l'energia giusta per saper governare (o anche solo per far politica!).
Come si potrebbe tenere in mano le briglie di un cavallo focoso, irrequieto e disobbediente (come l'Italia) senza averne l'energia?

D'Alema vs. Sallusti a Ballarò
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